Tendent


Serendipità

Da quando ho finito il liceo e ho cominciato a viaggiare è iniziata una serie di incontri a dir poco inaspettati. Mi spiego meglio: mi sono resa conto che la maggior parte delle persone che incontravo in giro per l’Europa- prevalentemente tra Italia e Inghilterra, ma anche in Ungheria, Francia, Belgio, Olanda e in altri luoghi-, nelle situazioni più disparate, avevano connessioni, spesso improbabili, con miei amici o luoghi.

Credo che tutto sia cominciato quando ho iniziato a viaggiare da sola. Se vado indietro nel tempo ricordo che quando sono andata a studiare alla Columbia University a New York per un Summer Program ho conosciuto Riccardo, che abitava nel mio stesso quartiere a Roma nord e conosceva il mio migliore amico da secoli. Sempre alla Columbia University ho incontrato un ragazzo londinese che poi ho scoperto essere amico del mio futuro coinquilino Ben.

Proprio stasera ho conosciuto un ragazzo leccese, di nome Federico, che studia qui a Roma e che conosce Sabina, una mia cara amica romana di vecchia data. Ma la cosa più assurda è che ho conosciuto Federico attraverso Francesca, anche lei di Lecce, una mia cara amica che studia, anche lei, a York. Sarebbe forse stato più probabile che io conoscessi Federico attraverso Sabina e invece, il caso ha voluto, che io lo conoscessi attraverso Francesca, venuta a Roma solo per un giorno. Oltretutto ho scoperto che un carissimo amico di Federico vive proprio nella mia stessa piazza! Ma questo è niente.

Volete sapere come ho conosciuto Cecilia, l’amica dei Castelli che studia fotografia a San Lorenzo? Beh, non l’ho mica conosciuta a Roma, sarebbe stato troppo facile! Quest’estate ho lavorato come volontaria per un campo di lavoro in Francia, vicino Parigi, più precisamente a Vitry sur Seine. Appena arrivata nella scuola elementare in cui ci saremmo dovuti accampare, mi presento in inglese ad una ragazza e scopro che è anche lei italiana e vive ai castelli romani. Parlando scopriamo che suo fratello va nella stessa università in cui ha studiato mio fratello, che non sarebbe una grande coincidenza se non fosse che l’università in questione è un’università poco conosciuta e molto piccola. Ma il bello arriva dopo. Dopo essere tornate a Roma continuiamo a vederci, una volta lei entra in camera mia, si sofferma su una mia foto attaccata sull’armadio ed esclama: ‘ma tu conosci Lorena!’. Ebbene si, l’ho conosciuta quando sono andata allo Sziget Festival a Budapest, attraverso Silvia, una cara amica della Sabina menzionata sopra. Tale Lorena conosce molto bene una certa Marta, anche lei dei Castelli, cara amica di Cecilia. Sempre con Cecilia abbiamo scoperto un’altra amicizia in comune: lei è una carissima amica di Sanja, la figlia di una delle migliori amiche di mia madre.

Allo Sziget Festival si sono verificate altre circostanze inaspettate. Subito dopo aver montato la mia tenda vedo arrivare un gruppo di ragazzi che cominciano a montare la loro tenda poco sotto di me che stavo in cima ad un pendio. Noto che uno di loro mi osserva con insistenza, ma forse è solo una mia impressione. Ad un certo punto cominciamo a parlare e lui mi chiede se sono inglese. No, rispondo, però studio in Inghilterra. Dove, mi chiede. A York, rispondo. Alchè lui mi chiede in che college? E realizziamo che abbiamo mangiato per un anno intero alla stessa mensa. Le probabilità che allo Sziget Festival, che è uno dei più grandi festival d’Europa, su un’isoletta sperduta di Budapest, io potessi ritrovarmi esattamente nella tenda accanto ad un ragazzo del mio college a York erano veramente basse, eppure così è accaduto.

Finito il Festival decido di passare alcuni giorni a Budapest per visitare meglio la città. La prima sera in ostello vado a mangiare e sento delle ragazze parlare in italiano, alché mi avvicino e cominciamo a conversare. Scopro che loro studiano a Bologna. Ma ci credete che loro erano care amiche di due ragazze, Bianca e Federica che, studiando anche loro all’università di Bologna, hanno fatto un Erasmus a York dove io le ho conosciute?

Cambio ostello e incontro quattro ragazzi di Parigi. Dopo averli aggiunti su facebook scopro che loro conoscono un ragazzo di Parigi che studia a Oxford e che conosce una carissima amica londinese, Yara, del mio coinquilino inglese Ben. Yara e Ben sono venuti a Roma quest’estate, ma, prima di venire da me, sono passati per Firenze e sono andati a trovare un amico fiorentino che studia anche lui a Oxford. Ma ci credete che questo ragazzo conosce una ragazza che andava a scuola con me alle medie che stava nell’altra sezione di bilinguismo oltre alla mia, e con cui facevo sempre la lezione di educazione fisica?

Ho conosciuto Yara a Londra, presentatami da Ben. Sono andata a Londra per un week end, ospite di amici russi di mia madre. E scopro che Yara abita esattamente dietro casa dei russi da cui ero ospite! Insieme a Y. e B. c’era anche Irene, di madre italiana e padre greco, che abita a Londra. Sapete dove abita la nonna di Irene? Abita esattamente in via Merulana ossia dietro l’angolo rispetto alla mia casa a Roma.

Bruxelles, 3 novembre 2013 (mio compleanno). Io e mio fratello decidiamo di andare a Bruges per cui andiamo nella piazza più vicina a casa di mio fratello per prendere il tram che ci avrebbe poi portato alla stazione. Mentre eravamo alla fermata del tram mio fratello mi dice: ‘quella è Elettra!’. Ma ci credete che si trattava della figlia di un’altra carissima amica d’infanzia di mia madre? È anche lei romana, non ci vedevamo da anni, e ci rincontriamo a Bruxelles, precisamente il giorno del mio compleanno.

Ma un’altra coincidenza inaspettata è avvenuta lo scorso settembre. Attraverso l’Italian Society a York ho conosciuto una ragazza di Roma che ha un anno in meno di me e che ha studiato al liceo classico Visconti. Tale ragazza, di nome Flaminia mi ha invitato a casa sua a Roma, siccome non era ancora ricominciata l’università, per il suo compleanno. Arrivo nella sua centralissima casa a Trastevere e lei mi dice di salire in terrazzo. Non appena arrivo in terrazzo mi presenta suo cugino, un certo ‘Gregorio’. Sia il suo nome che la sua faccia mi dicono qualcosa. Dopo poco realizzo che abbiamo passato le festività insieme per anni quando eravamo piccoli a casa del nostro comune amico Giulio, un romano che ha studiato prima alla Ambritt e poi alla UCL di Londra, che conosce anche Federico, un mio amico romano conosciuto a York.

Sempre Flaminia stava in classe con Nicole, un’allieva del mio insegnante di pianoforte. Il mio insegnante di pianoforte, oltretutto, insegna musica nella scuola in cui ha studiato Chiara, una ragazza romana che io ho incontrato sempre tramite l’Italian society a York. Sempre Flaminia conosce un’altra figlia di una carissima amica di mia madre. E indovinate dove si sono incontrate l’ultima volta? Su un aereo da Boston.

La cosa più assurda è che se cominciassi a parlare di tutte le amicizie in comune con i figli degli amici dei miei genitori non la finirei più. Quando conosco qualcuno, di qualsiasi parte dell’Europa esso viva, ci sono alte probabilità che lui/lei conosca uno dei figli di amici dei miei, che oltretutto si conoscono tutti tra di loro!… proprio pochi giorni fa, per esempio, ho scoperto che James, milanese che studia a York e che io mi sono ritrovata in casa durante una festa organizzata dal mio coinquilino, conosce Riccardo, romano, figlio di amici dei miei, che studia a Maastricht.

Ma ce ne sono tantissime altre anche che non mi riguardano direttamente. Per esempio il mio amico Giovanni, sempre figlio di amici dei miei, va ad un raduno hippie in giro per l’italia e condivide la tenda con un ragazzo molto gentile che lo salva da un attacco d’asma. I due diventano presto amici. Dopo un po’, Giovanni, che aveva fatto le foto al mio compleanno di 18 anni, riguardando tali foto si rende conto di aver già conosciuto Gabriele alla mia festa anni prima! Ecco perché aveva un’aria familiare!

Quest’estate sono andata a Lecce a trovare la mia amica Francesca sopracitata. Nel frattempo scopro che anche mio fratello andrà a Lecce nello stesso periodo (ovviamente non ci siamo messi d’accordo!). Una sera in cui stavo a Lecce incontro mio fratello per caso riconosciuto dalla mia amica Francesca. Io, Francesca e un’amica di Francesca, anche lei Francesca, ci uniamo al gruppo di mio fratello, tutti designers che stanno lavorando per un workshop ambientale. Una di loro si chiama I. e parlando io e Francesca scopriamo che I. non solo è di Latina, ma è la migliore amica della sorella della coinquilina di Francesca a York, nonché sua migliore amica e fidanzata del suo ex.
Come se non bastasse scopro che Francesca, l’amica di Francesca, conosce una ragazza del mio liceo. Ma ciò non mi sorprenderebbe se non fosse che Francesca ha sempre vissuto a Lecce e poi è andata a fare l’università in Svizzera.

Ora che ci penso i casi clamorosi risalgono ad ancora prima, proprio al mio primo viaggio da sola, a quattordici anni, quando sono andata a Oxford per una vacanza studio. Non solo ho incontrato per strada due mie compagne di classe, ma poi sono andata a ballare e ho incontrato altre due ragazze di scuola mia e, come se non bastasse, un altro figlio di amici dei miei che vive a Milano e che sono andata spesso a trovare nella casa in campagna in Val d’Orcia sin da quando ero piccola.
L’anno dopo decido di fare di nuovo una vacanza studio per imparare l’inglese, ma stavolta a Edimburgo. Lì conosco una ragazza di Napoli che è una carissima amica di una ragazza che stava nel mio liceo, carissima amica del ragazzo di una mia carissima amica.

Anche casa mia a Roma a quanto pare è un polo magnetico. Mesi fa vado a seguire una lezione yoga al maxxi e lo yogi alla fine ci dice che lavora in una scuola, qualora lo volessimo continuare a seguire. Indovinate dov’è la scuola? Si, esattamente nella mia piazza! Poi comincio ad andare a studiare alla biblioteca Nazionale e divento amica del bibliotecario. Un giorno lui per scherzo prende la mia patente, legge il mio indirizzo di casa ed esclama ‘no, non ci credo!’. Ebbene si, lui abita esattamente nella via attigua alla mia piazza. E lo sapete come si chiama la scuola di musica che sta in quella via? Scatola sonora, ossia il titolo di un libro di mio nonno!

York, spring term 2014. La mia amica A. va a Maastrich per un Erasmus e quando torna le dico che anche un altro mio amico Riccardo, sopra citato, studia là. Mi dice di mostrarglielo su fb: ‘ma sono andata a mangiare a casa sua!’, esclama. Aveva conosciuto il coinquilino del mio amico.

Budapest, luglio 2014. Raggiungo l’ostello e la ragazza alla reception mi guida verso la mia stanza, uno stanzone da sei persone con tre letti a castello. Mi mostra il mio letto e vedo che appoggiato su una specie di comodino c’è ‘Gita al faro’ di Virginia Woolf, che era esattamente il libro che io stavo leggendo in quel momento e che evidentemente anche la persona sul letto di sotto rispetto al mio stava leggendo! E allo stesso tempo, siccome il libro è in italiano, capisco di essere finita in camera con altri italiani. Tali italiani ad un certo punto compaiono in cucina e scopro che sono di Roma anche loro, ovviamente. Dopo aver passato una piacevole serata insieme ci aggiungiamo su fb e scopriamo di avere un amico in comune (ovviamente), che, oltretutto, è lo stesso Giulio sopracitato.

Debrecen, Ungheria, luglio/agosto 2014. Siamo ad una summer school, più precisamente nell’Università, dove, come benvenuto, ci viene offerta una sontuosa cena a buffet. Io e il mio amico Giuseppe facciamo subito comunella con un altro italiano, nonché room mate di Giuseppe. Tale italiano, più precisamente pugliese, di nome Stanislao, ci dice di studiare a Pisa, e vabbè. Poi la cena continua, un piatto tira l’altro, e si scopre che Stanislao non studia semplicemente in una scuola normale di Pisa, ma alla Normale. Subito mi viene in mente il mio amico, nonché compagno di banco, Glauco Schettini. E lui si illumina: ‘come no! Certo che lo conosco, ha la stanza accanto alla mia, è un mio carissimo amico!’.

Aeroporto di Barcellona, agosto 2014. Atterrata a Barcellona, dove l’aereo faceva scalo, raggiungo il tabellone delle partenze, ma non trovo la mia destinazione ossia Edimburgo. E nel frattempo sento una ragazza che tra sé e sé dice ‘Edimburgo’… anche lei evidentemente confusa dall’assenza della sua meta sul tabellone. Così mi avvicino a lei e le chiedo se è italiana. Mi risponde di sì e mi conferma che anche lei sta andando a Edimburgo. Perfetto, da quel momento affrontiamo l’avventura insieme. Chiacchieriamo, ci diciamo le ragioni del nostro ‘viaggio’, che cosa studiamo e bla bla. Insomma, ci teniamo compagnia, ci controlliamo a vicenda le valigie, cerchiamo di ammazzare il tempo come possiamo, aspettando il nostro volo. Arriva il momento di imbarcarsi e mentre siamo in fila le chiedo che posto ha. Aveva esattamente il posto accanto al mio! E la cosa più assurda è che i posti erano pre-assegnati, li stabiliscono al momento del check in online. Ennesima coincidenza, era destino che ci conoscessimo. Ah, e ovviamente facendo la ‘prova fb’ scopriamo di avere un amico in comune!

Edimburgo, 28 agosto 2014. Sono arrivata a Edimburgo verso l’ora di pranzo, frastornata dal viaggio e dall’aver passato una notte in bianco. Appena superata la ‘frontiera’ vado al centro delle informazioni, come sempre quando arrivo in un posto nuovo. La signorina che mi spiega come raggiungere la mia casa ha un accento familiare e soprattutto facilmente comprensibile, e menomale che gli scozzesi avevano un accento incomprensibile! Ad un certo punto guardo il suo cartellino e leggo: ‘Chiara’. ‘Ah, ma sei italiana!’, le dico. ‘Potevi dirlo subito!’. E lei si complimenta per il mio inglese. Seguo le sue istruzioni pedissequamente: prima prendo un bus fino al capolinea ossia Waverley station. Poi da lì vado a North Gate, dove prendo il bus numero 8. E mentre mi guardo intorno, assaporo l’aria edimburghese ad un certo dal finestrino scorgo… indovinate chi? Una ragazza che avevo conosciuto due anni prima in un ostello a Budapest!! Sapevo che lei studiava lì e avevo pure pensato a lei di recente siccome stavo andando a Edimburgo… ma le probabilità che io la incontrassi esattamente il giorno del mio arrivo erano così basse! Eppure…

Nel frattempo leggo un libro di Giulia Niccolai, una poetessa diventata poi monaca buddista, e lei scrive: ‘Coincidenze ed epifanie sono una delle cause fondamentali per cui iniziai un cammino spirituale (come ho già confessato in altri miei testi precedenti), ed è come se la mia stessa vita fosse divenuta rivelazione: poesia’.

Innanzitutto il fatto stesso che io legga tali parole in un momento così florido di coincidenze potrebbe essere interpretato come l’ennesima coincidenza nella coincidenza. E in secondo luogo, forse, attenendomi al messaggio di Giulia Niccolai, dovrei cominciare anch’io il mio cammino spirituale. O addirittura, magari l’ho già cominciato, senza neanche rendermene conto, e non devo fare altro che continuare a inseguire le coincidenze e vedere dove mi portano.

Io credo che più ci si sposti e più si ritorni al proprio punto di partenza, sia fisico che affettivo. E quando le persone mi chiedono: ‘Insomma, che cosa vorresti fare dopo l’università?’ io sono tentata dal rispondere: ‘inseguire le coincidenze e vedere dove mi portano’. Probabilmente tornerei alla casa in cui sono nata.

(2014)

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Risposta

  1. Avatar luca paladini
    luca paladini

    Un gran bel tour, è indiscutibile, miseriaccia però, ne sono venuto fuori con un gran mal di testa. Mi viene da pensare che a viaggiare tanto siano sempre le stesse identiche persone mentre la quasi totalità invisibile altro non fa che restarsene nel proprio metro quadro.

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